PNEUMOTORACE
E’ la raccolta di aria nel cavo pleurico, spazio virtuale fra il polmone e la parete toracica. L’aria può penetrare nel cavo con diverse modalità: generalmente attraverso una improvvisa comunicazione patologica che si stabilisce con l’ambiente esterno, sia attraverso la parete toracica che attraverso l’albero tracheobronchiale; in quest’ultima circostanza vi è costantemente la intermediazione di una lesione di continuo della superficie corticale del polmone.
Il pneumotorace può manifestarsi, pertanto, in seguito a traumi chiusi o aperti del torace (pneumotorace traumatico) o come complicanza di alcune malattie polmonari, quali la t.b.c., l’enfisema, le neoplasie, le suppurazioni polmonari, l’endometriosi, e l’A.I.D.S. (pneumotorace secondario).Infine si riscontra con una discreta frequenza il cosiddetto pneumotorace spontaneo, detto anche pnemotorace spontaneo. Esso colpisce prevalentemente i maschi in età giovanile (18-40 anni) senza una causa apparente. E’ dovuto a rotture di bolle, di modestissime dimensioni, di enfisema sottopleurico (BLEBS) localizzate sui segmenti apicali dei lobi.
Indipendentemente dall’etiologia, l’aria, penetrando nel cavo pleurico, azzera prima e positivizza poi la depressione pleurica, presente normalmente nel cavo pleurico, svincolando così il polmone dalla dipendenza della parete toracica e provocandone il collasso totale o parziale a seconda della quantità di aria che penetra nel cavo. L’affezione può recidivare nel 30% dei casi.
L’obbiettivo del trattamento terapeutico del pneumotorace è il ripristino della depressione pleurica per permette la riespansione del polmone, per cui è quasi sempre sufficiente il drenaggio del cavo con una valvola ad acqua che favorisce la fuoriuscita di aria dal cavo pleurico durante la fase espiratoria e ne impedisce l’ingresso durante l’inspirazione. Tuttavia nello pneumotorace recidivante e nelle forme nelle quali la soluzione di continuo è tale da non consentire il ripristino della depressione pleurica (ad es. rotture di bolle) si deve ricorrere all’intervento chirurgico (videotoracoscopia, bullectomia,…).